Noi studenti gladiatori
Siamo studenti gladiatori, cara Ministra della scuola.
Otto milioni di cervelli senza tetto, giovani monadi senza più finestre, pseudovacanzieri senza gioia né mare né sole, solo vacatio, vuoto, buco nero, che tutto inghiotte nel suo vorace niente.
Solo nella mia stanza, sirene e megafoni strillano incubi in attesa della videolezione. Non è scuola ma mimesi, idoli virtuali, ombre di volti amici nella caverna del pensiero.
Dove sono odori, rumori, scherzi, risa e pianti, tra banchi e lavagne dipinte di formule di gesso? Quanto rimpiangiamo quella sveglia la mattina.
Tiriamo avanti grazie ai nostri professori, scudi di quiete nella tempesta che infuria, carezze d’amore per noi quasi figli.
Non è questo virus maledetto, che forse nel suo male può insegnare, ma la realtà che ci bandisce nel limbo dell’attesa.
Esami? Università? Domande negate di un mondo che ci sottovaluta perché non maturi, a stento maturandi, risposte che nessuno ha ancora proferito.
Ma nell’arena siamo noi, e chi mi spaventa son quelli nei posti d’onore, laggiù sugli spalti, che decideranno delle nostre piccole grandi vite.
Che starà pensando il nostro imperatore, il suo pollice ci salverà o condannerà alla paura?
Io gladiatore urlo e sobillo il pubblico, che diventi finalmente parte dello spettacolo e non sprechi il nostro sangue tra discorsi astratti e fantasiosi, perché negare l’evidenza ci fa cibo per leoni, sconfitti da un esame offline dalla realtà.
Non basterà la promozione e una medaglia di latta sui nostri petti glabri, la nostra prova sia a misura di studente e non d’informatico demiurgo.
Io gladiatore, soldato della mia cultura, voglio la verità, non questa arena angusta; solo così saremo vincitori, semineremo questo campo di battaglia per donare ai nostri successori un giardino di bellezza, non una diretta webcam senza cuore.
Francesco Cosimo Andriulo – Classe V M Indirizzi Scienze Applicate – Liceo “Cartesio” di Triggiano (BA)
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